Il recupero delle eccedenze una sfida per l’intera filiera agroalimentare

Il tema affrontato durante il convegno organizzato da Banco Alimentare e CdO Sicilia - Lo studio del Politecnico di Milano promosso da Fondazione Banco Alimentare ha evidenziato che agricoltura e allevamento donano il 18% mentre il 48% arriva dalle imprese della trasformazione

CATANIA 30 NOVEMBRE 2024 - Recuperare le eccedenze alimentari provenienti dall’agricoltura è una grande possibilità ma anche una sfida che attraversa tutti comparti della filiera: produzione, trasformazione e distribuzione. Conoscere e comprendere numeri, percentuali e cause di queste eccedenze consente di focalizzare le energie di enti pubblici, imprese e terzo settore riducendo gli sprechi e trasformando in risorsa sociale queste eccedenze. È per questo che Fondazione Banco Alimentare ha promosso un’indagine, realizzata da Food Sustainability Lab della School of Management del Politecnico di Milano e dalla Fondazione per la Sussidiarietà, che è stata presentata ieri pomeriggio in un convegno dal titolo "Eccedenze in agricoltura: una sfida imprenditoriale che guarda al sociale" organizzato da Banco Alimentare della Sicilia ODV e Compagnia delle Opere Sicilia all’interno di Frutech, l’expo dell’ortofrutta che si chiude oggi a Misterbianco. L'incontro, moderato da Pietro Maugeri, presidente di Banco Alimentare della Sicilia, ha visto tra i relatori: Niso Randellini, ricercatore del Food Sustainability Observatory del Politecnico di Milano, Sandro Gambuzza, vice presidente nazionale Confagricoltura, ed Emanuele Zappia, presidente di Mercati Agro Alimentari Sicilia e vice presidente di Italmercati. Dopo i saluti istituzionali di Nino Di Cavolo, presidente SiciliaFiere, e Salvatore Motta, presidente CdO Sicilia e della prof.ssa Alessandra Gentile presidente Comitato Tecnico Scientifico, professore ordinario di arboricoltura generale e coltivazioni arboree dell'Università di Catania, si è entrati subito nel cuore dell’indagine grazie alla relazione di Niso Randellini.
Agricoltura e allevamento donano il 18% delle eccedenze, mentre il 48% arriva dalle imprese della trasformazione. Valori che devono essere considerati nel comparto di riferimento: le coltivazioni difficilmente diventano eccedenze: se sono di qualità vengono vendute o danneggiate da agenti atmosferici, se non sono buone non vengono raccolte. “La nostra ricerca pluriennale nel settore agricolo - ha precisato Randellini - ha rivelato che è complesso valorizzare le eccedenze, specialmente quelle prodotte in campo. Gli agricoltori sono scoraggiati dal raccoglierle a causa dei costi, costi che potrebbero essere sostenuti da agenti intermedi come il terzo settore, con il supporto dei volontari, per aiutare gli agricoltori e trasformare le eccedenze in donazioni. Un grande risultato in termini di benefici sociali. È possibile, inoltre, andare a intercettare le eccedenze nella fase della trasformazione che è dotata di magazzini logistici in cui si svolge la selezione del prodotto ‘adatto e non adatto alla vendita’ pur essendo, in entrambi i casi, un prodotto buono, sicuro e pronto per il consumo umano”. Perfetto, quindi per il recupero e la distribuzione da parte di enti del terzo settore. 

Sandro Gambuzza, vice presidente nazionale Confagricoltura ha precisato che ogni famiglia spreca ogni anno circa 300 euro di prodotti alimentari l’anno ed i single sprecano proporzionalmente di più. Le imprese agricole più strutturate, che rappresentano circa il 15% del totale del settore, gestiscono le eccedenze e donano di più. “La ricollocazione delle eccedenze, inclusa la donazione, offre un valore aggiunto agli imprenditori in termini di reputazione e rappresentatività. Per questo Confagricoltura intende rafforzare accordi e protocolli già in essere con la Rete Banco Alimentare”. 

Emanuele Zappia, presidente Mercati Agro Alimentari Sicilia e vice presidente Italmercati, ha parlato della convivenza naturale tra MAAS e Banco Alimentare, un modello di simbiosi che dovrebbe essere replicato su scala nazionale. I mercati, infatti, producono eccedenze che, invece di finire in discarica possono trasformarsi in risorse preziose per il terzo settore. “Stiamo inoltre lavorando insieme a Banco Alimentare - ha aggiunto Zappia - per sviluppare la trasformazione delle eccedenze di prodotti ortofrutticoli, in conserve e sughi, per prolungare ulteriormente la loro possibilità di utilizzo”. 

Pietro Maugeri, presidente Banco Alimentare della Sicilia: Grazie allo studio del Politecnico di Milano, abbiamo riscontrato che i donatori sono principalmente grandi imprese strutturate, che sostengono e promuovono l'economia circolare. Presentare questo studio a Catania è di grande valore educativo e fondamentale per incoraggiare le aziende alimentari, le imprese agricole e le istituzioni a riconoscere l'importanza delle donazioni e del recupero delle eccedenze. L'economia circolare si concretizza nel massimizzare il recupero per il consumo umano e, laddove non sia possibile, nel trovare metodi alternativi per recuperare la produzione deperita. 

Domenico Messina, direttore di Banco Alimentare della Sicilia ha concluso l’incontro evidenziando che gli incentivi fiscali alla donazione ci sono e sono regolati dalla Legge Gadda, una normativa completa ma che deve sempre essere diffusa e applicata. “Nel comparto della trasformazione alimentare e della distribuzione - ha osservato Messina - abbiamo sviluppato pratiche consolidate di recupero e riuso. Siamo coscienti che in agricoltura c’è ancora molto da lavorare. Questo incontro ha gettato le basi per un lavoro congiunto e proattivo che, attraverso la collaborazione tra Banco Alimentare e il comparto agricolo, possa costruire modelli che arrecano benefici a tutti. Ma per realizzare tutto ciò è necessario il supporto del mondo accademico che fornisce conoscenza e competenza e, grazie al trasferimento tecnologico, può favorire la nascita delle buone pratiche di economia circolare”. 

E per mettere subito in campo le buone pratiche, Banco Alimentare della Sicilia sta recuperando i prodotti ortofrutticoli e alimentari presenti a Frutech.